QdVela e Motore Forum Nautico

  1. Al Salone di Genova
    note a margine...

    AvatarBy Rabkisir il 23 Sep. 2017
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    Passaggio al salone, veramente di corsa...
    Qualche nota per gli amici.
    Ieri (venerdì) sono tornato al Salone dopo 6 anni.
    Avevo assistito con crescente imbarazzo e sconcerto alla debacle degli anni della crisi: per un paio di edizioni mi ero sforzato comunque di andare a vedere che succedeva, poi ho rinunciato.
    Ricordo l'ultima, precedente edizione che avevo visto: si era arrivati ad una sorta di fiera strapaesana, nella quale gli organizzatori, pur di poter citare qualche numero di espositori (senza vergogna alcuna) avevano "tirato su" di tutto: banchetti di vendita di panni miracolosi per la pulizia dei vetri, hot dog fetenti ma con bandiera americana, superstand della Guardia di Finanza (roba da far impallidire qualsiasi diportista usualmente perseguitato dai controlli in mare ed in banchina), ecc...
    Insomma, ad un certo punto avevo rinunciato, sconfitto ed umiliato.

    Stavolta sono tornato, per due motivi: un amico broker mi aveva detto che il vento era veramente cambiato, ed inoltre dovevo incontrare un importatore di generatori, eliche di manovra, ecc... cui dovevo riferire di un lavoro che mi aveva affidato.

    Ed ecco le mie impressioni e qualche nota:

    a. Tre quarti d'ora per trovare un parcheggio (alla fine comunque irregolare ed a rischio multa): ma è possibile che non si riesca a risolvere un problema come questo? Genova continua a sembrare inospitale e scocciata di questo afflusso di visitatori (che invece portano soldi, affari, interesse, ecc.. Santoiddio! Ma è così difficile da capire?). Niente da fare: il diportista che va al salone è "sopportato" a stento e con evidente fastidio.

    b. Finalmente i cessi pubblici sono più che decorosi, puliti e riforniti del necessario. C'è stata addirittura una ricerca di design: sono belli, lucidi e dunque all'altezza dell'ambiente in cui si trovano. Brava Carla De Maria! Solo una donna poteva pensare ad una svolta del genere. Ben fatto!

    c. E' vero: la ripresa c'è. Si vede. Si tocca con mano. Tanta gente che entra a bordo, stand pieni, percezione di serio interesse. Il mio amico conferma che in termini di numeri la svolta è a doppia cifra decimale (percentuale)...
    Anche il mio cliente, chiacchierando a margine dell'incontro, rivela che quest'anno fatturerà 20 mln ed il suo obiettivo a quattro anni da oggi è di 40 mln: sono numeri "cinesi", in termini di crescita economica. Lui è a monte dell'attività produttiva dei cantieri, e quindi questi numeri sono molto seri e concreti.

    d. La sfilata di barche a vela Beneteau e Janneau ormeggiate in darsena, sotto alla passeggiata, è impressionante perché consente di apprezzare chiaramente come sono cambiate le barche di questo genere: sostanzialmente la vista in pianta di questi scafi è diventata triangolare, vertice a prua e base (amplissima) a poppa, per cui da poppa queste barche hanno tutte un pozzetto enorme, smisurato,...

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    Last Post by qwertys-diego il 25 Sep. 2017
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  2. Riparazioni nautiche?
    il miraggio di mantenere efficiente la barca

    AvatarBy Rabkisir il 5 Aug. 2015
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    Vorrei proporre un ragionamento su questo problema, che affligge ad ogni nuova stagione una percentuale di utenti nautici impressionante ed assolutamente illogica.
    Parliamo di numeri (avarie, costi, frequenza delle rotture, ecc…) che hanno dell’incredibile, eppure non sembrano suscitare le reazioni violente che sarebbe lecito attendersi e non si ha notizia di meccanici o riparatori passati per le armi sul posto, nel piazzale del marina, come le premesse darebbero per scontato.
    Non riesco a capire…
    Si fa un numero di ore di moto ridicolo, eppure per riuscire a farlo, ogni benedetto inizio di stagione si passano ore a ravanare a bordo, a sporcarsi in sala macchine, a sbucciarsi gomiti, ginocchia, schiena, mani, si pagano manutenzioni assolutamente indifferibili (pena un inesorabile deferimento all’inflessibile tribunale del Santo Uffizio, con pene corporali) eseguite da un discepolo segreto proveniente dalla linea di sangue di Leonardo da Vinci e si comprano ricambi evidentemente costruiti esclusivamente da vergini maori bionde con il solo uso della lingua e dell’alluce del piede sinistro, partendo da “grezzi” fusi con stampi in platino di purezza certificata (altrimenti non si possono spiegare i costi).
    E nonostante tutto ciò, si incappa inevitabilmente in avarie dall’effetto distruttivo sulla serenità di tutti i presenti a bordo ed il povero diportista passerà interminabili giornate a tentare di riabilitarsi dagli sguardi colpevolizzanti dei suoi compagni di disavventura (mogli, figli, amici).
    Ma soprattutto, visto che in mare non si riesce a fermarsi al bordo della carreggiata e chiamare il carro soccorso, ci si può mettere facilmente anche in guai di una certa serietà.

    Se si trasferisse il tutto in ambito automobilistico, lo stesso “utente” farebbe fatica ad accettare anche un centesimo dei disagi, dei costi, delle insicurezze che invece sembra accettare di buon grado o comunque con giobbesca pazienza, quando scende dalla macchina e sale in barca.

    Bisogna che ci ragioniamo sopra, a questa disgraziata questione: bisogna che ne comprendiamo le “condizioni al contorno”, le difficoltà reali, le ragioni profonde, la “ratio” ultima.

    Intanto iniziamo a considerare che, in ambito automobilistico, la “riparazione” in realtà non esiste più, se non (limitatamente) per un po’ di lavori di carrozzeria: tutto il resto della macchina non viene riparato e neanche c’è più qualcuno (il meccanico o l’elettrauto) che “cerca” i guasti e le ragioni del malfunzionamento. Ciò che in realtà avviene è che si collega la macchina ad un computer per mezzo di una apposita interfaccia, ed il computer emetterà la diagnosi, richiedendo la sostituzione di uno o più componenti. L’operatore acriticamente riceve una istruzione di lavoro, si procura in magazzino componente e materiali di consumo precodificato per ogni intervento, effettua la sostituzione, riconnette il multi-pin alla porta di interfaccia dell’auto e fa controllare al vero decisor...

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    Last Post by supertenere il 30 Aug. 2015
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  3. Il salvagente anulare
    Giustizia è fatta

    AvatarBy Rabkisir il 29 July 2015
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    Tribunale di Lamezia Terme. Terza sezione penale.
    Accusa: Sinistro marittimo non denunciato. Omesso soccorso. Mancato rispetto di procedure di
    sicurezza. Attentato alla sicurezza della navigazione, derubricato in Procurato allarme.

    Tirreno meridionale. Nel corso del trasferimento di una imbarcazione a vela denominata:
    “LUANA (porta la) QUINTA”
    (di proprietà da accertare)

    ... adesso vengo e ci spiego, Signor Giudice: io stavo lì in coperta tranquillo che fumavo, quando Chrìs dicette (un poco sottovoce per non svegliare Adriano che si stava appisolando), "mi sa che Wolfango si è buttato!".
    Al ché Adriano si alzò di scatto e urlò: "Salvaggente anulare! Salvaggente anulare!"
    Io presi sto benedetto salvaggente e ce lo tirai a Wolfango, ma non ci riuscii a prenderlo all'anulare!
    Lo ritirai su e lo lanciai almeno altre dieci volte, ma lo presi, rispettivamente:
    - sul naso (che sanguinò, ma solo dopo almeno 20 secondi),
    - sulla spalla destra,
    - in fronte (due volte), ma restò un solo bernoccolo,
    - sul pollice della mano sinistra (con cui stava salutando, mi pare, ed io ci rispondevo pure),
    - altre tre volte finì in acqua, ma lontano,
    - una volta beccai anche Chrìs sulla guancia sinistra, che lui si agitava di qui e di là, che non trovava più il pacchetto di sigarette e che ce ne stavano solo tre rimaste,
    - ma all'anulare non riuscii mai a beccarlo, e tutte le volte lo ritiravo a bordo con quella cimetta di 'mmerda.
    Allora Adriano dicette: "Butta la cima! Butta la cima", ed io, che non avevo capito, presi una cima da 40 che avevamo appena fregato ad un peschereccio che stava lì vicino a dove eravamo noi prima di partire (ma non se ne accorse nessuno, Signor Giudice), completo di catena da 20 finale e maniglione da almeno 2 kili, e ce lo gettai a Wolfango, intanto che Chrìs ci ripassava di fianco facendo pernacchie (che Wolfango si incazzava pure e cercava di attaccarsi alla barca, ma Adriano ci dava i calci sulle mani e diceva che così non vale e che doveva fare il naufrago per bene, ed aspettare che veniva salvato da noi: non è che qua uno può salvarsi da solo tutte le volte che vuole, e che cazzo! “Si deve rispettare la procedura!” ...diceva Adriano, che quello con le procedure sta proprio fissato!).
    Comunque, non riuscii a beccarlo proprio bene, con la cima da 40: lo presi solo di striscio con il maniglione e gli rimase agganciata la catena alla gamba (quella che era stato operato): allora Wolfango andava giù e tornava su sputando ed urlando, ed io ci dicevo: "che urli! Fai silenzio che qui non si capisce più un cazzo e non sento che dice Chrìs!".
    ...anche perché Chrìs smadonnava che non riusciva mai a colpire Wolfango, pure se passava e ripassava puntandolo con la barca, che quello, come una biscia pareva, e scappava di lato tutte le volte....

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    Last Post by supertenere il 30 July 2015
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  4. La macchina del tempo
    una barca, tra 100 anni...

    AvatarBy Rabkisir il 9 Mar. 2015
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    La macchina del tempo esiste, ma non ci crederete mai, lo so (e poi, comunque, non me ne importa più).

    La maggior parte di voi lo leggerà come un racconto diacronico e distopico, ma le cose stanno diversamente.
    Io lo so, perché vengo dal vostro futuro. E ve lo racconto a partire da (leggi di più...)

    Edited by Chrìs - 28/6/2016, 18:37
    Last Post by Fletche il 18 Mar. 2015
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  5. Sale vuote al club
    tutti in vacanza?

    AvatarBy Rabkisir il 12 Aug. 2013
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    Dietro agli scuri appena accostati, le alte finestre sono aperte: entrano brevi folate di vento caldo, che smuovono di tanto in tanto le tende orlate di blu del circolo. Ma l'atmosfera all'interno delle sale vuote e silenziose resta fresca: a quanto pare tutti i soci sono via, da qualche parte; chi in barca (i più), chi comunque in vacanza con famiglia al seguito, ad affrontare la battaglia del relax obbligatorio, dei pensieri agostani (pigri, con quel pizzico di trasgressione che è consentita dall'atteggiamento rilassato che come un virus prende quasi tutti), del perenne dubbio di essere stati risucchiati e fregati dai meccanismi del divertimentificio imperante...
    I vicini, in vacanza, fanno un po' più schifo del solito, e li guardiamo con intimo ribrezzo mentre sciorinano le loro impresentabili defaillances fisiche davanti a tutti, denudandosi corpo ed anima davanti a perfetti estranei, cui non sono disposti a risparmiare nulla...
    I soliti "coatti" con lo smartphone posato a fianco del piatto, al ristorante: il peggio è nei

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    Last Post by wolalilu il 29 Mar. 2015
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